Recensione a cura di Francesco Angioni
Pierre-Yves Beaurepaire
Dictionnaire de la franc-maçonerie
Ancora un altro Dizionario della Massoneria? In realtà non è un dizionario nel senso tradizionale, lo si potrebbe piuttosto collocare nell'ambito di uno studio ermeneutico di tanti vocaboli che fanno parte del linguaggio massonico ma anche di tematiche inerenti il fenomeno Massoneria.
Il prof.
Pierre-Yves Beaurepaire ha raccolto un gruppo di ventotto studiosi, lui
compreso, che hanno elaborato dei brevi e scrupolosi saggi su ottanta lemmi che
fanno parte del linguaggio e della storia del movimento massonico dalle sue
origini ad oggi. Non appaiono nel dizionario tutti quei vocaboli, eccetto
qualche raro caso, appartenenti al linguaggio simbolico ed esoterico dei tanti
riti e rituali massonici; il testo ha un'impronta storiografica piuttosto che di
spiegazione delle simbologie, seguendo forse l'indicazione di Goethe quando
disse che la Massoneria non è cosa che si può spiegare.
Unica concessione
che Beaurepaire ha fatto al tradizionale dizionario è l'ordine alfabetico dei
lemmi presi in considerazione. L'inserto di sedici illustrazioni a colori su
carta patinata, alcune ben note altre molto meno e in un ordine cronologico
dalle più antiche a quelle più moderne, consentono una pausa di riflessione al
lettore.
La lettura è
agevole anche per chi ha solo reminiscenze scolastiche del francese, come è
nello sciolto e rapido stile di scrittura di Beaurepaire in tutte le sue opere.
A ben guardare la scelta dei lemmi d'interesse massonico è difficile da
interpretare. Anche se non si tratta in senso stretto di "lemmi" o parole
massoniche ma piuttosto di tematiche e problematiche che hanno fatto e fanno
parte del pensiero e dell'azione massonici. Troviamo quindi temi come Compagnonnage ancien ove si sviluppa la
relazione tra Compagnaggio e Massoneria o anche il fenomeno dei Périodiques maçonniques e pure il
problema dei rapporti tra Massoneria e gli ebrei (voce Jésuites), la Légende
templière et réforme aristocratique e Rituel
et rite. La modernità chiede il suo apporto con gli interessanti e
incuriosenti temi Jazz o Jardins, ove da una parte si affrontano
le storie personali di famosi jazzisti massoni e il vissuto massonico nel mondo
del jazz e dall'altra parte l'influenza di marca massonica nell'architettura
dei giardini settecenteschi inglesi e francesi o anche l'intrigante voce Nahda, una corrente di civilizzazione
araba alternativa alle logiche imperialiste occidentali perseguita da Massoni
arabi alla fine dell'Ottocento. Un dizionario dunque a dir poco originale che
se da una parte affronta i temi "classici" come Alchimie, Quatre Éléments,
l'Ésoterisme et Franc-maçonnerie, Tableau de loge, Secret assieme a Ouverture
des travaux, Femmes et
Franc-maçonnerie d'adoption, Philanthropie
e tanti altri, troviamo temi inusitati come Performance,
Médias, Pacifisme et culture de paix, Internet,
Sport e anche temi scottanti di
attualità come Manipulation politique: la
loge P2 e Nationalisme arabe. Le
tematiche sono ovviamente affrontate in una visuale massonica o almeno in
relazione all'azione e al pensiero massonico.
Il Prof.
Beaurepaire ha creato un'opera che ha un sapore d'irriverenza rispetto agli
stilemi classici dei tanti dizionari massonici come quelli di Mackey o di Macoy
o anche quello, con tutto il rispetto per il rigore storiografico di Daniel
Ligou, senza dimenticare forse l'unica opera italiana di ampio respiro e
ambizione, e non a caso intitolata Nuova
Enciclopedia Massonica, di Michele Moramarco. Il Dictionnaire de la Franc-Maçonerie non ha pretese enciclopediche o
da vocabolario massonico, non dà definizioni in poche righe ma piuttosto pone
delle problematiche e dei modi di vedere la proteiforme realtà del fenomeno
Massoneria in modalità lontane da una logica tradizional-pedagogica. Gli
ottanta brevi saggi corredati spesso da un'essenziale e cruciale bibliografia
hanno non lo scopo di insegnare ma di far riflettere e suscitare il senso
critico in una moderna accezione del "libero pensiero" teso al vero significato
del pensiero speculativo.
Non c'è il timore
di uscire dai tratti distintivi un po' stantii del considerare questo fenomeno
della Massoneria con un'erudita e pedante deferenza. Ciò non vuol dire che le
tematiche siano affrontate in modo superficiale, i redattori delle voci sono
tutti studiosi esperti nel campo della tematica affrontata, piuttosto l'impostazione
generale svela una logica molto moderna e si direbbe quasi quella di un acuto e
scrupoloso ma scanzonato ricercatore che non si preoccupa di mischiare sacro
con profano perché la Massoneria è ambedue le cose.
C'è l'evidente
tradizione culturale francese storiografica ma anche d'indirizzo massonico
gallico di considerare il fenomeno socio-culturale della Massoneria non chiuso
nel suo ambito ma nel vasto contesto della cultura occidentale alla quale essa
diede moltissimo ma anche dalla quale cultura fu fortemente influenzata. È una
visione dove appare con evidenza la relazione dialettica tra mondo iniziatico e
mondo profano che ha caratterizzato la Massoneria continentale degli ultimi tre
secoli e in particolare di quella Massoneria che oggi viene definita di
indirizzo francese, diversa da quella d'indirizzo britannico.
Una recensione
teoricamente dovrebbe evidenziare anche qualche critica. L'unica possibile è
che ci sono ancora tanti altri "vocaboli" che non sono stati affrontati, ma si
spera in una prossima e più ampia edizione. Anche perché in Massoneria e nella
ricerca storiografica non esiste la battuta Rien ne va plus, les jeux sont faits.
Vanno altresì segnalati tre saggi del Professor Beaurepaire di storia massonica che sono esemplari per
il metodo storiografico seguito. Egli affronta la Massoneria in una visione storiografica delle
pratiche sociali e culturali utilizzando in particolare l'analisi, che lui
stesso chiama micro-histoire, di una
particolare documentazione, denominati "ego-documenti" e cioè la corrispondenza
privata, gli achivi privati, le glosse su libri e testi ma anche le notizie e
articoli di giornali e le pubblicità di eventi, insomma tutto quanto fa parte
del vissuto quotidiano di una certa epoca. Infatti da questi documenti si
possono trarre quelle informazioni che meglio circoscrivono e spiegano i
micro-cambiamenti culturali e sociali che concorrono, in particolare per il
XVIII e XIX secolo, a determinare il sorgere del fenomeno dell'opinione
pubblica e a dare i significati generali di macro-eventi che altrimenti
sarebbero difficili da comprendere nel loro originarsi e attuarsi.
In ordine di data di pubblicazione il primo testo è La République Universelle Des Francs-Maçons - De Newton À Metternich [1999, Éditions Ouest-France, Rennes]. L'Autore esplora la Massoneria nella sua espressione di "rete sociale" dentro la realtà politica e socioculturale, una rete impregnata del senso speciale dell'utopia socialmente configurata come possibilità di relazione universale tra gli uomini; una riproposizione della "repubblica universale" dai toni classici, una sorta di ecumenismo laico. Utopia poi sconvolta dal settarismo giacobino. È questo un testo di filogenesi storica che conferma la tesi di un Hobsbawm sulla tradizione della Massoneria risalente ai tempi biblici quale "tradizione inventata", un'invenzione tutta presente nella parte storica delle due edizioni delle Constitutions of the Free Masons del 1723 e 1738. La sensibilità antropologica dell'Autore evidenzia i processi di "inferenza" tra la cultura profana e quella iniziatica, in particolare una particolare "francesizzazione" e secolarizzazione (extrainiziatica) dei principi massonici originali della fine del XVII e inizio del XVIII secolo che sarà accettata da molta parte del mondo massonico continentale. L'Autore segnala le reazioni negative al processo "cosmopolita" massonico prima dal giacobinismo e poi dalla Santa Alleanza ratificata dal Congresso di Vienna del 1815 che successivamente comportò per la Massoneria l'abbandono del dogma del non intervento nelle questioni politiche e militari.
Il secondo testo è Franc-maçonnerie et sociabilitè - les métamorphoses de lien social XVIII° - XIX siécle [2013, Editions maçonniques de France, Montelimar]. Il tema è dunque quello della «sociabilità» espresso nei legami tra i rappresentanti dell'intellighenzia europea; un carattere socio-antropologico che contrassegnò due secoli pervasi dal bisogno di uscire dagli angusti ambiti delle differenze e separazioni religiose, politiche e nazionali. La Massoneria si appropriò di questo bisogno e ne fece un suo carattere distintivo, elaborando una forma di prassi sociale fondata sul "legame" tra persone diverse e lontane e superando così ogni forma di differenza di classe, ceto e di condizione economica e religiosa. La socialità massonica rompe con ogni logica elitaria e di chiusura dentro gli ambiti locali aprendosi a una visione cosmopolitica ove ogni Massone trovava la propria collocazione in qualunque loggia di qualunque paese, come società aperta d'élite, cioè come modello sociale di una mondanità per certi versi aristocratica ma non cortigiana o per meglio dire come espace public ove si manifestano i modi migliori di fare socialità. La Massoneria dunque diventa il veicolo più rilevante del passaggio dai legami sociali chiusi del mondo aristocratico e clericale a quelli fondati su emergenti bisogni sociali conseguenti alla crisi dei vecchi valori socioculturali.
Il terzo testo, Franc-maçonnerie et cosmpolitisme au siècle des Lumières [2014, Editions maçonniques de France, Montelimar] approfondisce il tema del cosmopolitismo nel momento storico dell'Illuminismo. Epoca nella quale la questione della comunicazione determina il carattere cosmopolitico e universale della Massoneria settecentesca. La comunicazione è strettamente legata all'altro fenomeno della mobilità dentro la stessa nazione e tra diverse nazioni dei Massoni europei. È affrontata anche la difficile e controversa questione degli ebrei e dei mussulmani nelle logge massoniche. Non solo, si analizzano le reazioni avverse (antimassoniche) specialmente tra i contro-rivoluzionari tesi a denunciare ogni forma di cosmopolitismo e universalismo pericoloso per lo status quo politico e religioso.